Il topinambour veneto (più della metà della produzione nazionale) sta mantenendo bene le posizioni sul mercato interno e si sta rafforzando all'estero. C'è una sensibile richiesta dalla Germania e dal Nord Europa. “Un prodotto, commentano a OPO Veneto, che continua a dare soddisfazione a chi lo fa con serietà ed è preparato per commercializzarlo”. L'ortaggio ha tutte le caratteristiche per ulteriori affermazioni, grazie alle sue proprietà nutritive, salutistiche e dietetiche che si prestano bene ai stili di vita moderni. Negli ultimi anni la coltivazione è sensibilmente cresciuta. Diverse piccole aziende si stanno “improvvisando” coltivatrici di topinambur con un prodotto che non sempre è all'altezza e che mette un po' di confusione tra gli operatori e i consumatori. Il topinambour è una pianta forte e rustica, che apparentemente non dà tanti problemi, ma che richiede molta professionalità per produrre un ortaggio sano, bello, che si conserva bene e sia appetibile sul mercato. “La lavorazione, sottolinea Franco Zanette, titolare de “La Perla” di Arcade, storica azienda produttrice di topinambour socia di OPO Veneto, richiede competenze, programmazione, macchine e attrezzature adeguate e bisogna essere organizzati in particolare sul fronte dei mercati. C'è ancora un po' di entusiasmo, ma il mercato interno si dimostra saturo, mentre le maggiori soddisfazioni arrivano dall'estero, in particolare dalla Germania, dove il nostro prodotto piace ed incontra il gusto dei consumatori”. La Gdo (grande distribuzione organizzata) del Centro e del Nord Italia riserva in generale uno spazio visibile al prodotto, attirando l'attenzione dei consumatori. Il topinambour, radice tuberosa originaria delle praterie del Nord America, prende il nome da una tribù indio brasiliana, i tupinambàs, chiamati dai francesi topinambaux. Il nome scientifico è Helianthus tuberosus (fiore del sole). L'ortaggio gode di una particolare popolarità in Piemonte, dove è conosciuto come ciapinambò ed è usato, in particolare, nella bagnacauda, una specialità del territorio a base di acciughe, aglio, burro e olive. Altro nome popolare dell'ortaggio “è patata dei diabetici” perché le radici sono ricche di inulina, una sostanza che aiuta a controllare la glicemia. Il topinambour si può mangiare in diversi modi: lessato in acqua salata, fritto come le patate, crudo in insalata, oppure da solo, a fettine, condito con olio, limone, sale e prezzemolo. E' un ortaggio che si presta bene per piatti fantasiosi ed originali. Sta alla bravura degli chef, ma anche delle brave casalinghe, renderlo appetibile e gustoso. Un ortaggio di nicchia, sottolineano sempre a OPO Veneto, che bene sta tra le verdure invernali, delle quali arricchisce la ricchezza e la varietà.
Angelo Squizzato
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